mercoledì 16 marzo 2011

Richieste della Sezione provinciale Aimpa- Isde Italia sulla comunicazione dei dati per indagini epidemiologiche ai fini della Profilassi delle Malattie ambiente-correlate

Queste le osservazioni e le richieste che, attraverso l'interessamento dell'Ordine dei medici, porteremo, insieme a quelle già pubblicate ed inviate dall'Ordine stesso sulle Politiche di Prevenzione, alle Amministrazioni



La  Sezione provinciale dei Medici per l’Ambiente AIMPA- Isde di La Spezia richiede alla Commissione Ambiente dell’Ordine dei medici della Spezia di provvedere a  segnalare alle amministrazioni provinciali e comunali, agli organi competenti  per la raccolta e la trasmissione dei dati di rilevazione sulla presenza di sostanze inquinanti nell’ambiente del territorio spezzino, a quelli competenti in materia di sorveglianza epidemiologica e prevenzione sanitaria la grave situazione relativa alla carenza ed al ritardo di elaborazione e comunicazione di dati idonei a stimare il rischio sanitario ambiente correlato per la popolazione insistente nel nostro territorio.
Preoccupati dai dati pubblicati relativi al SIR ( rischio standardizzato di incidenza) e SMT (tasso standardizzato di mortalità) sui casi osservati nei distretti della ASL 5 negli anni 2002-2003, in attesa da tempo di quelli elaborati sino al 2005, ricevendo segnalazioni da fonti terze su incrementi di malattie tumorali e degenerative in aree particolarmente esposte a fonti di inquinamento, avendo rilevato con indagine nostra ,svolta in collaborazione con il Servizio Farmaceutico territoriale, medie particolarmente alte  nel consumo pro capite di farmaci cardiovascolari, respiratori e antidepressivi rispetto alle medie nazionali e regionali ( ulteriormente eccedenti in alcuni comuni della provincia), chiediamo alle amministrazioni ed ai responsabili dei servizi suddetti una sollecita presa in carico della nostra preoccupazione ed una sollecita risposta alla nostra segnalazione.
Ci preme riconoscere in questa sede la sensibilità e l’iniziale fattività dimostrata fin dal 2002 dalle amministrazioni sulla questione dell’integrazione della materia ambientale con quella sanitaria e preventiva, come dimostrato dalla creazione dell’ Osservatorio Epidemiologico. In tale progetto attuattivo era ben chiaro l’intento e la necessità di “ monitorare nello spazio e nel tempo lo stato di salute della popolazione in relazione a possibili fonti di rischio ambientale”, almeno relativamente a neoplasie e salute riproduttiva.
Riteniamo che i primi studi mostrati abbiano costituito un esempio a livello nazionale di un approccio organizzativo e metodologico corretto ed efficace.
 Dobbiamo però rilevare come successivamente a tali anni il rilevamento e l’analisi delle patologie
tumorali sia stato del tutto inadeguato, soprattutto in relazione agli incrementi osservati nei nostri distretti e alla triste fama che abbiamo maturato a livello europeo sia sul primato di incidenza del mesotelioma pleurico sia su fraudolenze in tema di responsabilità di disastri ambientali che di mancata bonifica delle relative aree contaminate.
Dobbiamo puntualizzare come sia da subito cessata ogni analisi sugli indicatori biologici (biodiversità e titolazione del vanadio per i licheni, ricerca di metalli pesanti nei terreni come ad esempio la titolazione della presenza di piombo, ricerca di diossine in matrici organiche di quote di residenti)  che si erano rivelati indispensabili ad accertare nessi causali tra fonti, presenza di inquinanti in tali substrati ed incidenza di patologie correlate.  Nessuna indagine orientata con utilizzo di sistemi georeferenziali e mirata su aree critiche per impatto ambientale. Ciò non ha consentito alcuna valutazione longitudinale di impatto sanitario  su coorti di residenti, unico metodo  assolutamente risolutivo e dirimente per rispondere alle domande a agli impegni dell’osservatorio. Si auspica quindi per tali considerazioni che si attuino misure adeguate a rendere nuovamente operante una struttura di coordinamento che garantisca il lavoro iniziato nel 2002.
A rinforzo di tale necessità si ricorda come le normative ed i piani di coordinamento territoriale e sulle politiche di prevenzione sviluppatisi negli ultimi 5 anni a livello regionale e provinciale vincolino gli enti in causa in tale direzione.
Non ci risulta inoltre sia mai stata richiesta o auspicata la presenza di organi istituzionali di ambito sanitario (come anche quello costituito dalla commissione dell’ordine) ai tavoli di consultazione e di servizio allestiti in occasione delle valutazioni preventive di impatto nelle numerose vertenze avviate in questi anni.
Da tutto ciò si desume la necessità di alcune specifiche richieste da parte dell’ordine dei medici:

1)      la necessità di pianificare la raccolta e l’elaborazione dei dati sulla qualità dell’aria secondo criteri che consentano una correlazione con le principali variabili etiologiche ipotizzabili ( traffico veicolare, riscaldamento, correlazione con emissioni industriali georeferenziate). L’analisi qualitativa delle polveri sottili e la determinazione della quota delle PM10 secondarie diventano riferimenti assolutamente non trascurabili per tale scopo.
2)       La necessità di effettuare campionature a cadenze ripetute di inquinanti metallici, microinquinanti e diossine sui terreni  e analisi su indicatori biologici ( vegetali, microbiologici, animali) in modo da ottenere una mappatura spazio-temporale, appunto, della situazione tossicologica ambientale del territorio provinciale  incidente sulla matrice vivente dello stesso
3)      L’eventualità di richiedere a volontari una periodica valutazione di parametri ematochimici o urinari utili a correlare la possibile azione tossica di alcune sostanze parametrate nelle indagini di cui al punto 1 e 2 con situazioni pre-cliniche di disturbo sulla matrice biologica umana
4)      La possibilità di estendere in maniera programmata ed incentivata le indagini epidemiologiche su ulteriori patologie ambiente-correlate (disturbi cardiovascolari, respiratori, malattie degenerative del sistema nervoso ed endocrino), su aspetti sintomatici puntuali e caratteristici,  su indicatori sanitari (consumo di farmaci o altri presidi caratteristici per talune patologie)
5)      La necessità di provvedere al potenziamento e/o alla incentivazione delle potenzialità  dell’ARPAL, dei Servizi Territoriali di Distretto, dei Servizi Epidemiologici, di Igiene Veterinaria e di Igiene Pubblica e Prevenzione per le finalità previste

Allo scopo di favorire tali raccomandazioni si auspica che  la commissione ambiente si renda disponibile ad una collaborazione attiva sia nella fase di consulenza che in quella di realizzazione. La Commissione Ambiente si impegni in tale direzione anche ad opere di sensibilizzazione e formazione circa le competenze necessarie e l’attività dei medici di medicina generale e dei pediatri convenzionati con la ASL 5.

Cogliamo l’occasione per ricordare la necessità  di offrire un’ azione di supporto anche per tutte le iniziative che le amministrazioni in oggetto riterranno utili per diffondere  informazioni sulle “buone pratiche” necessarie ad una crescita del senso civico e di quanto attiene al rispetto del territorio e ad uno sviluppo eco-sostenibile da parte dei cittadini e delle loro istituzioni.

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