mercoledì 29 dicembre 2010

Lettera di Isde sulla questione arsenico nelle acque in Italia

Italia ancora fuori dalle normative sulla quantità di arsenico tollerabile nelle acque potabili. Negata ulteriore deroga da parte della Commissione europea. Questa la lettera di ISDE agli Ordini dei medici per sottolineare i rischi connessi e l'urgenza di adeguamento alla normativa

 
Ai Presidenti degli Ordini Provinciali dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri

e per conoscenza
al Presidente FNOMCeO
ai Referenti ISDE-FNOMCeO
al Comitato Direttivo ISDE Italia

Egregi Colleghi,
l’Associazione  Italiana Medici per l’Ambiente, sezione dell’International Society of Doctors for the Environment (ISDE), ritiene necessaria e urgente una chiara presa di posizione da parte di tutti gli Ordini dei Medici Italiani in merito al problema arsenico nelle acque destinate a consumo umano.
Come noto, la Commissione Europea il 28 Ottobre 2010 con il documento n. C(2010)7605 ha risposto negativamente alla richiesta di una ulteriore deroga da parte del Governo Italiano ribadendo che il limite ammissibile per l’arsenico nelle acque destinate a consumo umano non può superare i 10 microgrammi/litro.
L’arsenico infatti è un elemento cancerogeno certo di classe 1, secondo l’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro (I.A.R.C.), ed ha una correlazione diretta con molte patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute.
Inoltre l’esposizione a cronica all’arsenico attraverso l’acqua assunta come bevanda è stata associata anche a cancro del fegato e del colon.
Una sempre più corposa documentazione scientifica associa l’arsenico, sempre attraverso l’assunzione cronica di acque contaminate, anche a patologie cardiovascolari, neurologiche e neurocomportamentali; diabete di tipo 2; lesioni cutanee, disturbi respiratori; disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche.
Già la Direttiva Europea 98/83/CE, recepita in Italia con il Decreto Legislativo n. 31 del 2 Febbraio 2001
(modificato e integrato con successivo D. Lgs. 27/02), che disciplina la qualità delle acque potabili destinate al consumo umano garantendone la salubrità e la pulizia, aveva abbassato il limite previsto per l’arsenico nelle acque potabili da 50 a 10 μg/l (microgrammi/litro), proprio in considerazione della sua cancerogenicità e dell’evidente rischio per la salute umana.
L’Italia, per le Regioni interessate da questa problematica ambientale, non si è adeguata a quanto stabilito dalla succitata Direttiva Europea ma fin dal 2003 ha fatto continuamente ricorso all’istituto della deroga, che ha innalzato il limite previsto dal D. Lgs. 31/2001 da 10 a 50 microgrammi/litro per l’arsenico (ma anche i limiti per altri elementi quali il fluoro, il vanadio, il selenio) e così di fatto sono state rese potabili per deroga acque che in realtà non lo sono.
I periodi di deroga come disposto dalla vigente normativa italiana avrebbero dovuto però avere la durata più breve possibile,comunque non superiore ad un periodo di tre anni nei quali si sarebbero dovuti presentare ed attuare piani di rientro mediante idonee tecnologie di trattamento delle acque captate e/o attraverso l’individuazione di nuove risorse idriche sostitutive, in modo da garantire acque salubri e pulite.
 
Egregi Colleghi,
anche in ossequio all’Articolo 5 del nostro Nuovo Codice di Deontologia Medica che afferma: “Il medico è tenuto a considerare l’ambiente nel quale l’uomo vive e lavora quale fondamentale determinante della salute dei cittadini. A tal fine il medico è tenuto a promuovere una cultura civile tesa all’utilizzo appropriato delle risorse naturali, anche allo scopo di garantire alle future generazioni la fruizione di un ambiente vivibile. Il medico favorisce e partecipa alle iniziative di prevenzione, di tutela della salute nei luoghi di lavoro e di promozione della salute individuale e collettiva”, vi chiediamo di predisporre ogni iniziativa pubblica, affinché le competenti Istituzioni e gli enti preposti, nel rispetto del Principio di Precauzione, operino in modo adeguato e tempestivo perché sia rispettato il diritto alla salute delle persone e quanto prescritto dal D. Lgs. 31/2001 e disposto dall’Unione Europea.
E in particolare che:
a) si faccia divieto di uso per consumo umano di acqua contenente arsenico e si provveda laddove occorra a forme alternative di approvvigionamento di acqua potabile per la popolazione;
b) si informi correttamente e diffusamente la popolazione e gli operatori sanitari in merito;
c) si adottino immediatamente tutti i provvedimenti necessari a dearsenificare l'acqua destinata a consumo umano.
 In attesa di un cortese riscontro, si inviano cordiali saluti,
Roberto Romizi
Presidente ISDE Italia


Arezzo, 27 Dicembre 2010

Associazione Medici per l'Ambiente - ISDE Italia
Via della Fioraia n.17/19 - 52100 Arezzo
Tel. 0575-22256 begin_of_the_skype_highlighting              0575-22256      end_of_the_skype_highlighting - Fax. 0575-28676

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