Comunicato Stampa del 10.04.14 MEDICI PER L’AMBIENTE LACUNE DEGLI STUDI EPIDEMIOLOGICI E AMBIENTALI E RICHIESTA DI CONFRONTI PARTECIPATI Nel proseguio dell’importante ed inquietante confronto
Successivo alle rivelazioni sullo sversamento di veleni tossici e forse anche radioattivi nel nostro golfo e nella discarica di Saturnia è stato richiesto al Servizio Epidemiologico dell’Asl 5 di fornirci i dati di mortalità ed incidenza tumorale dei 2 quartieri più esposti secondo la zonizzazione ICRAM del SIN di Pitelli del 2005, Pagliari e Ruffino, soprattutto per poter rassicurare i rinnovati timori dei residenti. La risposta ricevuta, oltre a riassumere esaustivamente i dati raccolti dalla nascita del servizio ,già pubblicati in precedenti occasioni, ci ha fornito un interessante approfondimento dello studio S.E.N.T.I.E.R.I con un confronto sui dati 1995-2002 dello stesso e quelli asl ’88-2006 dell’asl tra la quinta circoscrizione e il complesso del SIN (la Spezia e Lerici). Il nostro commento ai dati inviatici, sottoscritto anche dal referente regionale Gianfranco Porcile (oncologo) e da quello genovese Valerio Gennaro (epidemiologo dell’IRCCS del San Martino) dei Medici per l’Ambiente, pur apprezzando come sempre fatto in svariate occasioni il prezioso lavoro del Servizio così come tutte le puntualizzazioni rassicuranti del documento, non può comunque esimersi dal sottolineare alcuni limiti di quanto fatto sinora, evidenziare possibili fattori da approfondire urgentemente e richiedere nuove forme di analisi e di confronto. Innanzitutto riteniamo improponibile che in una zona fortemente poliesposta come la nostra provincia, dove sono presenti, come comunicato da anni dalla stessa asl, eccessi di incidenza o mortalità per Leucemie e Tumori del SNC, Pleura, Pancreas, Stomaco e Polmone (secondo lo studio Sentieri) , eccessi di abortività spontanea, di ricovero ospedaliero per malattie ischemiche cardiache ed encefaliche, per malattie bronco ostruttive e asma, tutte fortemente correlabili a contributi di origine ambientale, si fruisca di dati vecchi di 8-10 anni, . L’aggiornamento annuale dei dati di mortalità e morbilità globale dovrebbe essere considerato una routine. Così come dovrebbe essere routinaria la presentazione e discussione dei risultati con la popolazione interessata e con tecnici di loro fiducia, perché indipendenti. Circa l’analisi ambientale, a partire dai rilevamenti delle stazioni ARPAL sulla qualità dell’aria, si possono incrociare diversi dati come quelli sugli sforamenti osservati ( almeno quelli sino al 2009 visto l’improvviso ridimensionamento successivo di tutti i valori ), quelli dei dati orari di immissione nelle varie postazioni, ampiamente disponibili, confrontandoli con variabili caratteristiche per le varie fonti ( ora del giorno per il traffico, stagione per il riscaldamento, situazioni metereologiche, giornate di chiusura o inattività della Centrale Elettrica, di stazionamento di navi ecc). Sui criteri generali di osservazione utilizzati si possono discutere alcune scelte di fondo tra cui una migliore possibilità di confronto tra comuni o circoscrizioni esposte ( quelle che stanno peggio) rispetto ai “controlli” che stanno meglio e misure che evidenzino maggiormente il possibile rischio nel rispetto di quel “Principio di Precauzione” che è l’asse portante di tutta la Prevenzione Ambientale. Nello specifico dei dati richiesti , ci è stata riferita la non computabilità dei casi relativi ai quartieri Pagliari-Ruffino a causa dell’esiguo numero di casi che favorisce fluttuazioni spaziotemporali casuali. In sede di osservazione complessiva dei dati pensiamo che nulla impedisca di descrivere la situazione sanitaria di comunità circoscritte, tanto più per periodi così lunghi di studio( 1988-2006). Nell’approfondimento dello studio SENTIERI sulla quinta circoscrizione ( comprendente anche Pagliari e Ruffino), a fronte delle corrette rassicurazioni sulla mortalità globale, non è stato riferito un eccesso di 21casi nella mortalità femminile, rispetto a quelle attese, attribuibili soprattutto a tumori gastroenterici polmonari e pleurici, che sono dal 18 al 28% in eccesso rispetto alle attese mentre nello studio su tutta l’area SIN (tutti gli abitanti di Spezia e Lerici) abbiamo Tassi Standard di Mortalità per gli stessi tumori decisamente inferiori, rispetto a quelli regionali. Possiamo anche concordare che, riferendosi ad un arco di 18 anni, questi valori non devono creare uno stato di panico e di cocente allarme nelle popolazioni residenti ma neppure, disponibili già da tempo, possono essere trascurati o taciuti e non imporre urgenti approfondimenti! Alla luce di queste considerazioni, inviate alcuni giorni fa allo stesso Servizio, alla Direzione Sanitaria della ASL, al sindaco Federici ( massima autorità sanitaria istituzionale del Comune capoluogo) e all’assessore Natale abbiamo richiesto di: 1)riesaminare in modo più approfondito i dati già esistenti (discutendone anche con noi e con tecnici di fiducia della popolazione); 2)integrare l’analisi rispetto alle osservazioni che abbiamo posto e su dati non ancora esaminati (es. aborti spontanei); 3)aggiornare i dati (almeno quelli riferiti alla mortalità totale); 4)organizzare un incontro per discutere pubblicamente il materiale (sanitario ed ambientale) già presente e definire le strategie future; 5)favorire la creazione di un comitato tecnico-scientifico (CTS) partecipato ed indipendente; 6)produrre tempestivamente un referto epidemiologico per il complesso delle patologie (specifico per popolazioni e periodo); 7)mappare gli inquinanti evidenziando le aree a rischio.
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