IMPATTO SULLA SALUTE DA IMPIANTI DI INCENERIMENTO RSU
E DERIVATI (CDR)
Prima di scendere nel dettaglio dei dati che abbiamo sui rischi per la salute degli inceneritori di RSU e sulla co-combustione di CDR ( evenienze che sono state prese entrambe in considerazione anche per la provincia di La Spezia e che non sono ancora state fugate definitivamente) ci preme sottolineare
che al centro di ogni questione legata all’impatto sulla salute di qualsiasi emissione di combusti volatili dobbiamo innanzitutto porre questioni legate alle metodologie di rilevamento degli inquinanti e degli indicatori di impatto utilizzati.
che al centro di ogni questione legata all’impatto sulla salute di qualsiasi emissione di combusti volatili dobbiamo innanzitutto porre questioni legate alle metodologie di rilevamento degli inquinanti e degli indicatori di impatto utilizzati.
Per riassumere brevemente i dati sugli inquinanti in oggetto ricordiamo che le categorie normate o da normare per quanto riguarda precisi limiti nelle emissioni a camino o nell’aria analizzata nelle centraline apposite sono , oltre agli inquinanti classici comprendenti metalli pesanti e IPA (idrocarburi policiclici aromatici), le diossine e PCB, il Particolato fine e ultrafine, e i POPs (persistent organic pollutants).
Classificazione di alcuni inquinanti emessi da inceneritori
e loro effetti sanitari
Elenco Composti | Classi di Inquinanti | Evidenza di Cancerogenicita nell'uomo | Classe IARC | Sede o Tipo di Tumore indotto |
Arsenico | Metalli e metalli pesanti | Sufficiente (Cancerogeno Certo) | 1 | Pelle, Polmone, Fegato, Discrasie ematiche |
Benzene | Sostanze policicliche aromatiche | Sufficiente (Cancerogeno Certo) | 1 | Leucemia non linfocitica |
Berillio | Metalli e metalli pesanti | Sufficiente (Cancerogeno Certo) | 1 | Polmone |
Cadmio | Metalli e metalli pesanti | Sufficiente (Cancerogeno Certo) | 1 | Apparato Genitourinario, Polmone |
Mercurio | Metalli e metalli pesanti | Inadeguata (Cancerogeno Possibile) | 2b | Polmone, Prostata, Fegato, Esofago, Sistema nervoso |
Tetracloruro di Carbonio | Sostanze policicliche aromatiche | Limitata (Cancerogeno Probabile) | 2a | Fegato, Leucemie, Polmone |
Cloroformio | Sostanze Policicliche aromatiche | Inadeguata (Cancerogeno Possibile) | 2b | Vescica, Retto Rene Cervello, Linf orni |
Clorofenoli | Composti organici | Limitata (Cancerogeno Probabile) | 2a | Sarcomi, Linfoma Hodgkin enonHodgkin |
Cromo | Metalli e metalli pesanti | Sufficiente (Cancerogeno Certo) | 1 | Polmone |
Piombo | Metalli e metalli pesanti | Inadeguata (Cancerogeno Possibile) | 2b | Apparato digerente, Polmone, Pelle, Rene |
Nickel | Metalli e metalli pesanti | Sufficiente (Cancerogeno Certo) | 1 | Polmone |
TCDD | Diossine | Sufficiente (Cancerogeno Certo) | 1 | Sarcomi, Linfomi, Tiroide |
Tricloroetilene | Sostanze policicliche aromatiche | Limitata (Cancerogeno Probabile) | 2a | Fegato, Linfoma non Hodgk |
Balestreri-Gennaro 2002
Sulle diossine e PCB dobbiamo innanzitutto ricordare come l’assunzione nell’uomo avviene per il 95% attraverso la catena alimentare: queste sostanze sono fortemente liposolubili , si accumulano e permangono lungamente quindi nel tessuto adiposo ed in cibi quali carne, pesce, latte e derivati. La maggior concentrazione si ritrova ahimè nel latte materno e nei neonati ( fino a 60-70 volte la dose/kg tollerata per l’adulto! ). Anche nei terreni contaminati per ricaduta, i tempi di emivita sono lunghissimi.
Tempi di Persistenza delle Diossine | |
Emivita nel tessuto adiposo umano | 7-12 anni |
Emivita sulla superficie del suolo | 9-15 anni |
Emivita sotto la superficie del suolo | 25-100 anni |
Sulle micropolveri, sono le più sottili (PM 2.5 e PM 1) quelle maggiormente patogene, in quanto sia i metalli pesanti che gli isotopi radioattivi che gli IPA, di cui sono composte, interagiscono tra loro in atmosfera, a contatto con i raggi solari ed il vapor acqueo, formando migliaia di nuove sostanze potenzialmente tossiche, di cui si presume se ne conosca appena il 10%. Più è alto il camino e più sono sottili le polveri, più le ricadute al suolo coinvolgono aree anche distanti dalla fonte di emissione.
Infine sui POPs, che comprendono diossine, PCB, arsenico e mercurio dobbiamo sottolineare quanto il loro effetto dannoso sia legato ai fenomeni di bioaccumulo e bioamplificazione: le migliaia di sostanze cioè sviluppano i loro effetti sommando e moltiplicando la loro azione nel tempo.
E’ evidente, per tali motivi, che le rilevazioni fatte a camino o nelle centraline per tali sostanze, se ne chiariscono la portata per una valutazione di impatto ambientale (VIA) sono del tutto inadeguate per valutarne l’impatto sanitario(VIS).
Sul piano della VIA va riconosciuto che il monitoraggio al camino delle singole emissioni, fatto sempre più frequentemente “in continuo”, ci fornisce dati sulle emissioni totali più precise rispetto al passato, si veda ad esempio come questo rileva l’aumento delle diossine totali annue in caso di incenerimento di CDR nella centrale a carbone di Fusina che passano da 1.69 mg nella fase bianco ( senza aggiunta di CDR) a 13.41 quando sono co-combuste 3 tonn/ora di CDR a 42.51 in fase 3 ossia con co-combustione di 7.95 tonn/ora di CDR.
Per le rilevazione nell’aria al suolo con centraline bisogna invece tristemente ricordare come vengano spesso cercate solamente le PM 10, magari per qualche ora o giorno all’anno, come siano consentiti sforamenti dei limiti e come le normative siano ancora confuse nel dare valori di riferimento per le PM 2.5 o appena accennate per i POPs.
Per ciò che poi concerne la VIS, dobbiamo assolutamente chiarire che quando si parli e si vogliano portare dati globali di impatto sulla salute per tali impianti, vadano presi in considerazione esclusivamente e assolutamente i marcatori biologici ( biodiversità licheniche, controlli nei vegetali, nei cibi e nei mangimi, negli animali e derivati, latte, uova ecc) e ancor di più vadano prodotti, richiesti e forniti dati epidemiologici rilevati su mortalità o incidenza di patologie riferiti a Coorti di Residenti, correlati sia ai livelli di concentrazione nell’aria dei vari inquinanti sia alla distribuzione geografica rispetto agli impianti e alle correnti presenti sul territorio. Ecco che allora che i danni diventano chiari e incontrovertibili.
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